Ricreatione dell' Occhio e della Mente Nell' Osservation delle Chiocciole, Proposta a Curiosi delle Opere della Natura Dal P. Filippo Buonanni della

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In Roma, per il Varese, 1681. Quattro parti in 1 volume in-4° (24 cm x 18,3 cm). Pp. (16), 384, (16), con 4 tavv. a p.p. f.t. e 2 vignette n.t. (pp. 301 e 326), con 2 antiporte allegoriche incise a p.p. (tra cui il ritratto eseguito nel gusto dell' Arcimboldo per la seconda parte); 1 front. inciso, 6 tavole; 1 front. inciso, 23 tavole; 1 front. inciso, 77 tavole. Segnatura: [croce]4, 2[croce]4, A-3D4. Solida legatura italiana coeva in piena pergamena rigida, autore e titolo su tassello dorato impresso sul dorso. Tagli spruzzati rossi. Antiporta calcografico realizzato ed inciso da Giovanni Francesco Venturini. Due note di possesso settecentesche manoscritte al frontespizio: ""Dottor Francesco Lanzi"" e ""E' del Marchese Condisalvo Nunez 1784"". Esemplare a pieni margini in ottimo stato di conservazione generale. Prima edizione, completa di tutte le tavole, di questo fondamentale studio dell' illustre gesuita e biologo romano che, nel 1681, scrisse il primo libro mai pubblicato che riguardava solo le conchiglie dei molluschi marini. Buonanni, discepolo e successore di Athanasius Kircher al Collegio Romano, credeva nella generazione spontanea dei molluschi, e la pubblicazione di quest'opera ravvivò la controversia su questo argomento iniziata tra Kircher e Redi nel 1671. Per La ""Ricreatione dell' Occhio…"" il Buonanni è considerato, insieme a Martin Lister e Georg Eberhard Rumphius, uno dei fondatori della conchiliologia. Il lavoro di Bonanni descrive ben 439 conchiglie disegnate dall' Autore con le loro singole specificità quali forma, colore, nome e mare dove è stata trovata. Il lavoro è significativo per il suo sforzo di descrivere con precisione la morfologia di ognuna, le tassonomie zoologiche dell' epoca erano basate sulle caratteristiche visive, e Bonanni prestò particolare attenzione sia alla forma che al colore, e descrisse nel dettaglio le creature all' interno delle conchiglie. Anche se il suo lavoro precedette l' adozione del sistema Linneano di nomenclatura binomiale (genere + specie), Bonanni pose le basi per la nuova disciplina della conchiliologia. Le belle tavole sono divise in tre classi: gli univalvi non turbinati, i bivalvi e gli univalvi turbinati. Numerosi nomi di Linneo furono basati sul lavoro di Bonanni, compreso il nome della classe dei Bivalvia, che egli per primo introdusse. Bibliografia: Agassiz, I, 35; Banks II, 317; Cobres, 418.5; P. Dance, Shell collecting, p 43 ""the first book of any size restricted to molluscs"": DBI, vol. 15; De Backer-Sommervogel, II, 377, 2; Eales, I, 991;Haym 204.8; Nissen, ZBI, 753 (elenca solo 9 tavole); Wood, 272.

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Phylae (Phile, Philae, File) - 32. Antonio, BEATO. (1825 ? -1906) [Fine] Phylae (Phile, Philae, File) - 32. Antonio, BEATO. (1825 ? -1906) [Fine] 666.3 CAD Luxor, 1869. Stampa all' Albumina. Dimensioni: 24.5 cm x 20 cm. Firmata sul negativo nell' angolo inferiore sinistro ""A. Beato"". Intitolata e numerata a matita al verso della foto. Esemplare perfettamente scattato e sviluppato, in ottimo stato di conservazione generale. I templi di File (talvolta il nome dell'isola si può trovare nella forma greco-latina Philae, in uso presso altre lingue) sono il complesso dei templi che sorgevano sull'omonima isola del Nilo in Egitto, poi smontati e trasferiti sulla vicina isola di Agilkia nel 1977. Il tempio di Iside rappresentava il principale centro del culto isiaco. L' avvento della fotografia nei paesi bagnati dal Mediterraneo conobbe, nella seconda metà dell' 800, una stagione di grande sviluppo e vitalità. L' Egitto in particolare attrasse l' attenzione di una quantità di appassionati della ""nouvelle art"". Dopo una fase iniziale caratterizzata principalmente dall' opera di un turismo elitario di ampie facoltà economiche, il progredire delle tecniche di ripresa e di stampa favorì l' instaurarsi di una vera e propria attività commerciale legata alla fotografia. Fra coloro che dedicarono la vita a questo lavoro emerge vistosamente la figura dell' italiano Antonio Beato la cui produzione fotografica si estese per oltre un quarantennio, all' incirca dal 1860 al 1906. la principale caratteristica di Beato è quella di aver documentato in maniera sistematica e precisa il gran numero di monumenti dell' antica civiltà faraonica sparsi nella terra del Nilo. Poco si sa delle origini di Antonio Beato, probabilmente nasce intorno al 1825, nei territori veneziani come il fratello, Felice Beato, con il quale ha collaborato. A causa dell' esistenza di una serie di fotografie firmate ""Felice Beato Antonio"" e ""Felice A. Beato"" queste si sono inizialmente attribuite ad un' unica persona, quando nel 1983 lo studioso Italo Zannier ha dimostrato che la firma ""Felice Beato Antonio"" indicava i due fratelli Felice e Antonio che collaborando insieme avevano condiviso la firma. Questa firma, continua però ancora oggi, a creare dei problemi nell' identificazione della paternità di alcune immagini. Nel 1853 Antonio inizia una collaborazione con James Robertson con il quale intraprende una serie di spedizioni fotografiche lungo il Mediterraneo, da Malta alla Grecia fino a Gerusalemme (1854- 1857). Nel 1858 arriva in India, a Calcutta, dove fotografa gli effetti dei Moti Indiani del 1857.Nel 1860 si stabilisce in Egitto e visse per un breve periodo al Cairo. In seguito si trasferì a sud e fu l' unico fotografo della sua generazione ad aprire un atelier permanente a Luxor, nell' Alto Egitto. Bibliografia: A. Ferri (a cura di), Il Fotografo dei Faraoni, Antonio Beato in Egitto 1860-1905, Edizioni Pendragon, Bologna, 2008.